Se in questi giorni provate a digitare Commodore 64 nella casella di ricerca Google, selezionando l'opzione "ultime 24 ore", vi ritroverete dinanzi a un'incredibile sfilza di migliaia di articoli di giornali, blog, forum, tutti dedicati al 30° anniversario dell'home computer più venduto nella storia e che ha impresso più di qualsiasi altro modello un'epica svolta nel modo stesso di concepire il calcolatore elettronico, cioè dalla sua forma di complicato cassettone da laboratorio o studio professionale, a gradevole e irresistibile componente da salotto.
In molti di questi articoli dedicati al compleanno del C=64 (specie le testate mainstream) si parlerà anche della sua moderna incarnazione, il C=64x, che pur non avendo tecnologicamente nulla a che fare con il leggendario 8bit, ha di molto contribuito a legittimare il ruolo che C=USA si appresta a interpretare, vale a dire quello di azienda erede dell'originale Commodore e l'unica esistente con i diritti di fabbricare nuovi modelli di computer C=64 e Amiga. Marchi, che come spesso ho sottolineato, sono stati sottratti appena in tempo all'oblio commerciale.
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