sabato 11 maggio 2013

TiNA Project Molte domande, nessuna risposta...



Aggiornamento: A fine post troverete delle domande rivolte al team TiNA, il quale si è ufficialmente rifiutato di rispondere.
Aggiornamento 2 (Ottobre 2013): Il progetto è attualmente sospeso a tempo indeterminato 
Aggiornamento 3 (Marzo 2014): Il sito del progetto risulta offline, a questo punto è lecito considerare TiNA ufficialmente Vaporware, capendo anche il perché della mancata risposta alle domande poste da Commodore Computer Blog al "Team" TiNA
Aggiornamento 4 (Dicembre 2014): Interessante discussione su NSA riguardante le reali problematiche di progetti complessi come i cloni Amiga FPGA, che potrebbe aiutare a comprendere le ragioni del fallimento del progetto TiNA (thread infine chiuso dalla moderazione perché... scopritelo leggendolo).


Nell'ambito della nostalgia Amiga è possibile trovare un po' di tutto, dal pragmatico e serio appassionato di macchine Vintage sempre pronto a sfoderare il proprio saldatore per sistemare degli Amiga altrimenti destinati al macero, per arrivare ai più esaltati adepti della religione informatica neo amighista, confinati in una dimensione immaginaria dove OS4 è per loro un sistema operativo sensato, moderno, di "nicchia", sull'orlo di vivere la ribalta finale e sconfiggere l'odiato Windows!

Tuttavia credo sia possibile individuare in tale marasma due grandi scuole di pensiero:
  • chi è rimasto all'idea che un surrogato di Amiga (da considerarsi successore delle macchine originali) debba basarsi su un Hardware “esotico”, cioè diverso da quello dominante nell'ambito delle attuali tecnologie informatiche
  • chi invece predilige la via software tramite l'emulazione, magari in accoppiata con Aros: un grazioso OS clone del Workbench/Amiga o.s. per comuni pc x86 e forse in futuro per i micro pc arm da poche decine di euro
Non è un segreto che questo blog vede senz'altro di buon occhio la seconda categoria, trovandosi spesso a criticare la prima al trascurabile prezzo di attirare su di se parecchie antipatie e malumori della scena. Eppure riconosco che nella categoria degli "amighisti militanti" esiste una sub-corrente di pensiero che ha degli aspetti affascinanti, quella dei cloni AMIGA FPGA.

La domanda giusta è: "Se volessimo rifare da zero AMIGA e magari potenziarne le capacità ispirandoci ai progetti incompiuti di Commodore (chipset AAA e Hombre) come si dovrebbe procedere?"

Una possibile risposta e soluzione al problema è data dalle FPGA. Trattasi di circuiti integrati composti da un numero molto elevato di celle logiche tra loro interconnesse in una trama o matrice. Questo insieme di elementi logici è capace di sintetizzare (concetto diverso dall'emulare) qualsiasi circuito logico tramite un linguaggio di descrizione dell'Hardware (HDL). 

Ricorrendo alle FPGA, oltre a replicare i diversi chipset Amiga OCS/ECS/AGA (ovviamente non più prodotti da moltissimi anni) oppure le  CPU Motorola della serie 68000, è anche possibile potenziare le loro originarie caratteristiche.
Storia dimostra che questa strada pur essendo percorribile con successo si presenta indubbiamente irta e piena di ostacoli, in particolar modo per coloro che intraprendono tale avventura con approccio amatoriale e/o spinti da facili entusiasmi iniziali.
Per molto tempo l'unico clone Amiga così realizzato (almeno per quel che concerne il chipset) è stato il Minimig, un progetto open source del 2007 che replica perfettamente un Amiga 500. 
Dopo diversi anni è arrivato a compimento un altro progetto analogo, l'FPGA Arcade, tecnicamente più evoluto che sintetizza insieme al chipset AGA (più complesso dell OCS/ECS) anche la CPU 68k. 


Senza dubbio due sistemi interessanti e utili a chi non desidera maneggiare hardware vintage, ma che non aggiungono nulla di nuovo all'architettura Amiga diversamente da quanto invece prometteva di fare un terzo ulteriore progetto FPGA, decisamente più ambizioso e noto con il nome  NATAMI (Native Amiga)
Il Natami intendeva ripartire esattamente da dove si era fermata Commodore; mantenere la compatibilità con le macchine originali e al contempo ispirarsi alle caratteristiche hardware degli incompiuti chipset progettati dalla grande C=, AAA ed Hombre
Il cuore del progetto era infatti il SUPERAGA, roba da mandare letteralmente in visibilio le platee amighiste, come dimostrano le 78 pagine di forum ufficiale con la bellezza di 2256 Topic e 50000 messaggi, dal 2008 ad oggi. 
Il chipset del Natami prometteva di abbattere tutte le pesanti limitazioni hardware che purtroppo finirono per affliggere gli ultimi Amiga nati nel 1992, i quali non si rivelarono in tutto e per tutto degni eredi dell'architettura originale OCS,  quella si capace di mettere in ginocchio la concorrenza nel 1985; un deficit quello degli Amiga AGA che contribuì al definitivo declino della piattaforma e la sua estinzione negli anni immediatamente successivi alla chiusura della Commodore.
Da un punto di vista “accademico” il progetto Natami era veramente degno di nota e come detto estremamente affascinante; in esso brillava del vero amore per la storica piattaforma Amighista, nonostante gli anni trascorsi dalla sua dipartita.
Da un punto di vista pragmatico il Natami è invece rimasto ciò che si usa definire sarcasticamente Vaporware, tanto clamore e interesse per qualcosa infine mai uscito sul mercato (benché in questo caso di nicchia).
Eppure ciò non significa che il Natami fosse immaginario, inesistente o peggio una presa in giro... tutt'altro! Negli anni si sono susseguite diverse versioni e revisioni della Board in un work in progress apparentemente infinito; almeno fino a quando il progetto sembrava aver quasi raggiunto la finale rampa di lancio con diversi video sul web a testimoniare la sua compatibilità con il software Amiga; per arrivare infine a un tour promozionale della scheda in territorio europeo, forse per attrarre l'interesse di sviluppatori e magari anche qualche finanziatore (evidentemente senza riuscirci). 
Immaginerete infatti che non avrebbe molto senso lanciare una piattaforma rinnovata, senza porsi l'ulteriore cruciale obiettivo di progettare del software per le sue nuove caratteristiche hardware (nel team Natami infatti erano presenti alcuni sviluppatori intenti a creare giochi esclusivi SUPERAGA). 
Dopo le prime tappe del Natami Tour,  due anni or sono, il progetto precipitò definitivamente nel limbo degli incompiuti Amigoidi. 

Veniamo dunque all'oggetto del post  TiNA. acronimo di Tecnologia iNformatica Amica, dove il gioco di parole Amica/Amiga dovrebbe in qualche modo suggerire all'interessato l'idea di una nuova piattaforma amighista DEFINITIVA, sulla quale riprendere a sviluppare software e quindi divertirsi come un tempo.
Le future caratteristiche tecniche della macchina sembrerebbero quelle di un progetto ancora più ambizioso del Natami.
Attualmente il Tina Project ha dei contorni piuttosto fumosi e credo che per potersi fare un'idea più chiara sarà necessario attendere molto tempo, nonostante siano già trascorsi diversi mesi dai primi roboanti annunci. Gli amighisti hanno una concezione dello scorrere del tempo simile a quella delle millenarie piramidi egizie...
Da quel che ho capito, il team Tina è composto da due anime: una tecnica e l'altra propagandistica o di “folklore”, qualità queste ultime tipiche degli amighisti “sopravvissuti”. 
La parte tecnica è nelle mani di un'azienda che pare stia investendo risorse in questo progetto principalmente per motivi non strettamente legati al mondo Amiga, ma "importanti" per gli interessi dell'azienda stessa. La futura realizzazione di un clone Amiga è vista come una sorta di sovrappiù, un possibile "dono" alla comunità amighista...
La parte propagandistica del progetto, autrice del sito di fattura amatoriale, si occupa di rispondere alle domande degli amighisti ovviamente sia curiosi che scettici nei forum della scena, reclamizzando però quella che al momento è soltanto una scatola vuota.
Le perplessità sul progetto sono sostanzialmente due: la prima riguarda coloro convinti che il destino del progetto sarà ineluttabilmente il medesimo del Natami; mentre altri in funzione dei vent'anni ormai trascorsi dagli ultimi Amiga ritengono che tutto ciò resterebbe al più un interessante esercizio di stile senza un particolare mercato, in quanto oggi quasi nessuno sviluppa più software per questa piattaforma defunta.
Amiga nel mondo del Retrocomputing ha la scena più sterile in assoluto, persino peggio dell'AtariST che già fu un floppone all'epoca, una situazione quindi neanche lontanamente paragonabile alla florida scena C=64 e ZX Specrum, ormai considerati immortali.
Ad Amiga resta "solo" l'ottima demoscene,  per la quale è però un inviolabile codice d'onore quello di non programmare hardware potenziati, ma solo chipset originali ecs/aga e cpu 68k (altro che i router del mondo OS4)
Nulla da fare quindi...
Con ogni probabilità, l'effettivo impiego del prodotto finale TINA (dal costo finale ipotizzabile a non meno di 300€) non sarebbe dissimile da quello gratuito e molto più prestante ottenuto tramite emulazione Amiga su sistemi desktop ordinari, dove i limiti grafici AGA vengono superati dall'Rtg esibendo dei Workbench OS3 FullHD molto veloci (Amikit
Lo stesso sistema operativo Aros Vison 68k non credo possa rivelarsi un particolare incentivo, perché oltre al fatto che esso è già fin da ora usufruibile (gratuitamente) tramite emulazione, è altresi disponibile Icaros x86, vale a dire la migliore e inarrivabile incarnazione di Aros esistente. Condiamo il tutto con la terrificante crisi economica che spinge sempre più le persone a tagliare tutto quello che non è utile alla sopravvivenza per servire la bella frittata nel piatto dell'idea dei cloni Amiga...
La risposta della propaganda “Tinista” ai pesanti dubbi sollevati è che ci vorrà del tempo (e fin qui ci arrivavo anch'io) e soprattutto viene posta a garanzia della finalizzazione del progetto la necessità assoluta dell'azienda produttrice che questo arrivi in porto (per questioni interne... alias fatti loro). Nient'altro... tra le altre cose non ho idea quale sia questa azienda, quindi non chiedetemelo.

Il Sondaggio avviato sulla pagina facebook del blog

Premesso che tutti si augurano una riuscita del progetto e che nessuno ha intenzione di negare a Tina un sincero in bocca al lupo, nonostante le serie perplessità sul senso stesso dell'operazione (purtroppo nell'ambito Amiga regna un tale fanatismo che basta mostrarsi scettici per essere subito apostrofati come troll), mi permetto soltanto di sottolineare che le penose vicende Amighiste da diversi anni sembrano ormai le puntate di una stucchevole soap opera... ci manca solo che qualcuno decida di iniziare a mandare in onda le repliche di 1000 puntate già viste.


Commodore Computer Blog rivolge ufficialmente al team del progetto TiNA le seguenti domande:

  • Qual è l'azienda che cura lo sviluppo di TiNA e perché preferisce restare incognita?
  • Realmente vi aspettate che questo prodotto abbia un mercato e possa rappresentare la rinascita di una piattaforma morta circa alla metà degli anni 90?  Se si, su quali elementi basate questa convinzione?
  • L'emulazione (gratuita) su attuali pc x86 batterà TiNA in ogni campo, specie se non verrà sviluppato software esclusivo per TiNA e per le sue caratteristiche Hardware. Aros Vision è usufruibile anche via emulazione ed esistono diverse distro Aros x86, alcune persino ibride linux. Gli sviluppatori della scena Aros (come visto già abbastanza oberati di lavoro) supporteranno TiNA? Sono entusiasti come voi del progetto?
  • Intendete presentare un prodotto completo di case, manuali e package: quanto verrebbe a costare? 
  • Non sarebbe meglio varare un progetto open source senza questi personalismi e con una più costante informazione sullo sviluppo, magari tramite un banalissimo blog? 
  • Che tempi avete ipotizzato per il raggiungimento del risultato?
(domande aggiunte  il 25/05/2013)

Non si è fatto attendere più di qualche minuto il rifiuto ufficiale del team TiNA che non risponderà a nessuna di queste domande. Il team TiNA ritiene sostanzialmente che i molteplici dubbi e di conseguenza le domande su questo progetto non siano autentiche, ma semplicemente opera di Trolling. Un po' come accadeva quando veniva pesantemente criticata Aeon negli anni da essa impiegati per lo sviluppo del fallimentare AmigaONE x1000. (un progetto di natura totalmente diversa a TiNA, ma molto simile sul lato propagandistico, sia per i toni entusiastici utilizzati, sia per la reazione alle critiche subite). 
Come sempre (ormai è quasi diventato un motto del blog) lascio ai voi lettori ogni interpretazione...


giovedì 21 marzo 2013

E' rimorta Commodore...?



Chi ha seguito il Blog sicuramente conoscerà le vicende in esso narrate e relative all'azienda Commodore USA. A partire dalla triste notizia della morte del CEO Barry Altman avvenuta ad inizio dicembre 2012 e divulgata a gennaio di quest'anno, non si sono avute più informazioni certe (neanche rumors) sul destino dell'azienda C=USA. Anzi, come a dare un segno negativo sull'eventuale prosieguo della loro impresa, il  forum pubblico è stato messo offline così come lo stesso shop.
Tutto è rimasto praticamente congelato: non è avvenuta la pubblicazione del C=OS 2 e neanche avviata la produzione dell'Amiga 1000x, tanto meno varato alcun progetto per una linea Amiga all in one. Dunque in attesa di qualche risposta ufficiale, che a questo punto potrebbe persino non giungere, possiamo sinceramente chiederci se sia giunta l'ora di porre nuovamente le bandiere a mezz'asta, magari pensando a un diverso futuro dei marchi Commodore ed Amiga, che non sia il definitivo oblio commerciale.

mercoledì 6 marzo 2013

Amiga Boing Ball 3D Remake


E' inutile stare qui a spiegarvi cosa sia la Boing Ball, forse in assoluto l'icona più abusata della storia Amiga e nata nel 1984 per mostrare le capacità della tecnologia Lorraine in procinto di essere presentata a un'importante fiera di elettronica per attrarre investitori (Atari e infine Commodore.)
Questa demo è stata in seguito programmata per tante alte macchine incluso l'8 bit di casa Commodore; quindi rivisitata su iOS,
Mentre su AmigaOS 4 è stata programmata una versione in pseudo 3D tramite il compositing dei driver 2D, si tratta di una patetica "tech demo" realizzata per l'AmigaONE x1000, simulando la prospettiva, data la grave mancanza di driver grafici 3D per l'OS di Hyperion... 
Quindi un vero remake moderno come dovrebbe essere realizzato? Ormai da parecchi anni la grafica bitmap ha lasciato il passo ai poligoni, agli shader e a tutte quelle amenità che oggi ci deliziano nei videogiochi. La dinamica della sfera dovrebbe essere gestita da un motore fisico bullet dato che essa si muoverà realmente libera nelle tre dimensioni, per tanto conviene anche inserire più boing ball in modo da ottenere un moto più complesso con urti e movimenti, traslatori e rotatori, in tutte le direzioni.
Detto fatto, con il game engine di Blender rapidamente si giungerà al risultato del video di questa demo in real time, il primo vero remake 3D della mitica demo Boing Ball, risalente a quasi 30 anni fa, firmato C.C.B...

Versione 1 



Versione 2









mercoledì 27 febbraio 2013

Ritorna l'epoca dei computer dentro la tastiera...?

Molti nostalgici dell'epopea Commodore ancora oggi apprezzano il classico computer desktop per la sua  potenza, affidabilità e versatilità. I sistemi windows, linux ed apple consentono oggi a diverse tipologie di utenti una notevole produttività nel video editing, nel ritocco d'immagini ad alta risoluzione, nella grafica 3D, nello sviluppo di software,  oltre a intrattenere e divertire con multimedialità, web e gaming.
In ambito domestico dobbiamo soltanto scegliere una marca e modello di computer, oppure assemblarcelo con le nostre manine e infine pedalare... a prezzi sempre più bassi. L'estate scorsa ad esempio ho acquistato per 500 euro un notebook quad-core 6gb di ram, doppia gpu, dotato di una potenza computazionale che non moltissimi anni fa era riservata alle workstation.

Da pochi giorni sono finalmente entrato in possesso del mio primo Tablet, il più economico esistente in commercio e ovviamente Android. Roba che molti appassionati di questi dispositivi nonché acquirenti dei modelli più blasonati si rifiuterebbero anche di toccare... 
Dopo qualche anno passato a snobbare questa realtà ormai consolidata del mercato tecnologico, con la fascia entry level ora scesa al di sotto delle 100€ per i modelli da 7", piuttosto comodi da maneggiare e da riporre dentro un borsello... ho deciso di dotarmi di un simile marchingegno cinese per quelle poche esigenze di navigazione fuori casa, social e simili.
Devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla funzionalità ed efficienza del dispositivo, ciò grazie a diverse applicazioni simultaneamente in esecuzione che mi hanno permesso di seguire una diretta streaming sulle prime proiezioni della recente tornata elettorale tramite l'app youtube, buttando ogni tanto un occhio sulla home page di un'importante testata giornalistica sull'ottimo browser opera mobile, inframezzando il tutto con rapide partitine al volatile arrabbiato (o per "diabetici" tornando in tema di politica).
Non mi meraviglio quindi che la tecnologia alla base di tablet e smartphone (arm)  stia iniziando a sconfinare anche in ambito desktop...

Come forse saprete ultimamente spopola il crowdfunding, cioè un sistema con il quale si chiede in anticipo un finanziamento sulla produzione di qualche prodotto che si riceverà in caso di esito positivo della raccolta fondi e dopo il tempo necessario al suo sviluppo.
Ecco quindi che dopo la console Ouya salta fuori anche il progetto commerciale di un keyboard pc su base Arm dual core 1.5Ghz (espandibile), 1Gb ram, gpu mali 400 quad core, sistema operativo a scelta tra Android 4, un altro os derivato da Android sviluppato dagli stessi produttori, e infine picUntu Linux.
Con un prezzo di partenza di soli 89$ (poco meno di 70€):











Non ditemi che l'immagine della porta espansione posta sul lato inferiore del computer, non vi ricorda nulla... 



Diversamente dalla linea Vic di C=USA (che mi auguro possa presto riprendere le vendite e adottare anche soluzioni come questa) o della Eee Keyboard pc Asus, qui abbiamo una tecnologia (espandibile) differente da quella dominante in ambito desktop delle cpu x86 + gpu Intel / Amd / Nvidia. 
Viene così a riproporsi uno scenario simile a quello degli anni 80 - 90, con dei computer "intel outside", talmente economici da essere realmente appetibili per le masse come intendeva l'indimenticato Jack Tramiel fondatore della Commodore Business Machines, dotati del sistema operativo Android, sul quale tantissimi sviluppatori indie riescono ad emergere in piccoli team o addirittura singolarmente, come avveniva negli anni 80... ciò senza precludere l'uso di un os desktop grazie a delle distro gnu/linux dedicate.

Qui la pagina del progetto su indiegogo...